Qualcuno scrive per divertimento, qualcun altro per disperazione o per necessità, rivalsa, vocazione.
Per ognuno è un complicato connubio di gioie e dolori, un rincorrersi di preoccupazioni e doveri. Studiare un genere, sperimentare nuovi stili, approfondire gli autori, il mercato della letteratura, l’editing, le tecniche, eccetera eccetera.
Sono talmente tante le cose da fare che ci si domanda cosa resti dello scrivere.
Conosciamo tutti le risposte. Solo, le dimentichiamo, soverchiati dalle cose da fare.
Allora, per quei momenti, quelli in cui tutto sembra svuotarsi di significato, serve un feticcio.
Un mantra, una preghiera.

Io ho pensato a questo: una sorta di giuramento (LEGGI QUI da cosa nasce).
Una promessa dello scrittore sintetizzata in cinque punti.

La condivido con tutti, sperando possa essere utile a chi si senta smarrito, pensi che non ne valga la pena, o che il lavoro sia troppo: insomma, per “quei momenti lì”, a mo’ di luce nei momenti bui.

LA PROMESSA
di una
MANO INCHIOSTRATA


Il mio nemico mi impedisce di scrivere.

Il mio nemico ha molti nomi – procrastinazione, distrazioni, scarsa autostima, abitudini errate, false sicurezze, aspettative altrui, rimpianti, bollette, età e molto altro ancora – ma un solo volto.
Il mio.
Per sconfiggerlo ripeto ogni giorno cinque promesse, una per ogni dito della mia Mano Inchiostrata.

1) La penna è la mia spada
Con essa mi assumo la responsabilità e il dovere di rendere concreta la mia visione.

2) La disciplina è il mio scudo
Niente scuse. Mi presento alla scrivania in ogni condizione. Ignoro i tentativi di sabotaggio.

3) Avanzo una parola alla volta
Non arretro. Scrivo ogni giorno. Prendo il nemico per sfinimento.

4) Non faccio prigionieri
Finisco sempre quello che ho iniziato.

5) Difendo una tradizione valorosa
Racconto la mia storia in maniera onesta. Non sono sola. Siamo in tanti a compiere l’impresa.

Insieme, combattiamo questa guerra.
Siamo la Gilda delle Mani Inchiostrate.
E siamo implacabili.