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Due fiabe al Bologna Children’s Book Fair

Io scrivo romanzi. Questo si sa (credo).
Quello che forse non si sa è che io scrivo anche racconti, sceneggiature e fiabe, oltre alla lista della spesa e le to-do-list che rimangono perennemente integre.
Queste cose non le scrivo con costanza (tranne la lista della spesa, quella sì) …

“Legame di sangue”, sceneggiatura per un cortometraggio

Una sceneggiatura per un cortometraggio.
Otto pagine per otto minuti.
Ambientazione World of Darkness, commissionato dall’associazione ludico culturale Camarilla Italia.
I protagonisti sono vampiri. Una piccola finestra su un mondo noir che affascina e appassiona l’essere umano. Il vampiro pone nell’uomo il tarlo del dubbio: sono io poi così distante da quell’altro da me?
Citando Sallustio: “queste cose non furono mai, ma sono sempre”.

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Nella suggestiva cornice della periferia di Matera (Lucania) iniziano le riprese.

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Andando via portiamo con noi questa fetta di paradiso.
Fino al prossimo ciak!


“Legame di sangue”

Regia Alessandro Mancini.
Aiuto regia Esra Nazli Bekarslan e Federico Moschetti.
Idea Antonio Ferraro
Sceneggiatura Rosanna Spinazzola.
Montaggio Andrea Mei.
Attore protagonista Michele Milesi.
Attore non protagonista Luca Canova.

 
 
 
 

La casa del quartiere Coppedè

Un concorso letterario, indetto dal Comune di Roma.
Un premio dedicato al quartiere Coppedè, “unico esempio a Roma dell’eclettismo dell’architetto e scultore fiorentino Gino Coppedè”.

Chi  conosce Roma non può ignorare questo quartiere che combina in maniera originale stili architettonici tanto diversi. Liberty, Art Decò, Gotico e Barocco, fusi con l’arte medievale, rinascimentale e dell’antica Grecia. Il risultato è conturbante, spiazzante, ammaliante.
Una zona franca nella frenesia caotica dell’Urbe.
Per queste creazioni surreali ho creato una storia brevissima.
Il titolo è La casa del quartiere Coppedè.

Uno dei ragazzi che ha valutato il mio racconto per la selezione si è venuto a complimentare.
Mi ha detto di averlo letto di notte e durante la lettura si è dovuto alzare per accendere la luce. La storia gli ha provocato una inquietudine sottile che gli è rimasta attaccata addosso per ore.
Quale migliore complimento poteva mai essermi fatto?

Qui c’è il racconto completo, con il titolo cambiato. Chissà perché.

Deve essere piaciuto, a giudicare dal risultato.

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SINOSSI

Gualtiero, il protagonista, abita il quartiere nell’immediato dopoguerra. Soggiogato da quelle visioni di calce e cemento cade vittima delle sue stesse illusioni e, semplicemente, perde il senno. Vediamo il quartiere attraverso i suoi sensi, i suoi sentimenti. Angoscia, paura, inquietudine. Sente che il quartiere lo ha condannato a una esistenza diversa, limitata. Lo imprigiona, gli toglie l’aria, la libertà. Ma è davvero così? In un “mondo esterno” in cui la “malta grezza del materialismo” si è infiltrata ovunque, chi è davvero il folle? Chi vive imprigionato e conduce una esistenza limitata? Non lui. 

Qualche foto della premiazione.

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